La storia
La Fondazione
Il 28 aprile 1868 sulla scrivania dell’Arcivescovo di Udine viene portata una richiesta dei parrocchiani di Povoletto: il loro sogno è di avere un secondo cappellano che sappia suonare l’organo appena acquistato. La persona più adatta è Don Luigi Mander che non si fa pregare ma esige nero su bianco:
Austriache lire 300 in contanti, staia n. 33 granoturco, alloggio gratis e non in canonica.
Il Compenso include anche l’organizzazione di scuole per allievi cantori; i brani del repertorio vengono prima studiati con il solfeggio cantato e poi inserendo le parole.
Nel 1875 si aggiunge la Banda Musicale che viene battezzata col nome di “Circolo Filarmonico San Clemente” e che annovera tra i suoi componenti solo persone che abitano e lavorano in paese. Sponsor di questa nuova società è l’Ente Beni Marsure che per statuto si accolla ufficialmente l’onere finanziario per la manutenzione della banda musicale.
Il primi anni
La partitura più antica del ricco archivio è la marcia sinfonica “Il primo finto attacco al ponte della valle” che viene trascritta a Napoli, il 27 agosto 1878, da un bandista lì militare. Ma ve ne sono altre scritte a mano con una abilità che non lascia spazio alla concorrenza delle moderne tecniche: la mazurka “a fior di labbra” – “Inienco” e la marcia “Roma”.
Nel 1881 L’Arcivescovo di Udine, accolto da luminarie e tripudio di folla, viene in visita pastorale a Povoletto. Nella messa cantata del 19 settembre ha l’occasione di ascoltare le note del nuovo organo e di apprezzare le doti musicali di don Mander che definisce valente organista.
Non parla però della banda che senz’altro era schierata per accoglierlo. Il perchè è da ricercarsi nelle motivazioni religiose ed economiche della visita che non abbracciavano la musica profana.
Fra il repertorio compare la mazurka “La bella Teodora” ma anche una partitura molto più impegnativa tratta dal “Don Carlos” di Giuseppe Verdi, Coro e aria del frate. Dello stesso autore si prova il Finale del terzo atto di “Un ballo in maschera”.
Se il Maestro Giuseppe Verdi, che morirà nel 1901, fosse passato per Povoletto avrebbe sentito forse la paesana interpretazione della sua musica, e ne avrebbe provato un grande orgoglio per aver composto qualcosa di veramente sentito.
Nel 1884 il repertorio si arricchisce di scherzi marciabili come “Inglesina”, la sinfonia orientale “Terra dei morti” ma specialmente di marce religiose: Santa Cecilia, Santa Maria, La festa della Madonna e Santa Margherita.
Il fatto più significativo di quest’anno è l’attribuzione, da parte dell’Ente Beni delle Marsure, di uno stipendio regolare al direttore della banda.
Questo Ente, già dal tempo del dominio austriaco e forse francese, stipendiava il maestro elementare della frazione.
Ora il regno d’Italia accolla questa spesa direttamente all’Amministrazione Comunale esonerandone i privati che si sentono liberi di disporre dell’equivalente cifra per un altro tipo di maestro, quello della banda. L’approvazione ufficiale avviene il 28 febbraio 1894.
Si suonano brani sempre più impegnativi: Il duchino di Suppè, la sinfonia Il nipote d’America di Billi e Allegri beviamo polka galop con coro.
Ci si sta preparando al trentennale di fondazione.
Nel 1901, fra le spese straordinarie dell’ Amministrazione dei Beni Marsure, si registra un’uscita di lire 1.008 per l’acquisto strumenti musicali e l’anno dopo ancora lire 950 per gli stessi motivi.
1905 – Il Trentennale
Il 1905 è l’anno del trentennale. Il solito Ente sponsor stanzia la somma di lire 2.145 per “acquisto montura pel Corpo Musicale di Povoletto”.
La banda è diretta da un nuovo maestro, Fabio Degano, classe ‘61, che già dirigeva la cantoria parrocchiale e collaborava con don Mander in qualità di vice maestro.
Non si sa come si siano svolti i festeggiamenti, ma è certo che furono solenni e convincenti dato che i contributi finanziari continuarono ad essere erogati in forma massiccia superando le mille lire anche nel 1908.
L’indice dei brani elenca 65 pezzi musicali iniziando con La gazza ladra, Fantasia dall’opera Ernani, Scena e duetto da Il Rigoletto e ancora Nabucco, Don Carlos, Fra Diavolo, Lucia di Lammermour.
Presso l’Ufficio del Registro di Cividale viene depositato Lo statuto del Circolo Filarmonico di Povoletto.
La Prima Guerra Mondiale
E’ la mattina del 10 settembre 1913; si suona l’Arlecchino, fantasia per quartino, e ci si prepara alla guerra.
L’erogazione dei contributi alla banda finisce, diversi componenti partono per il fronte e per gli strumenti musicali viene preparato un nascondiglio nell’intercapedine fra il tetto ed il soffitto della chiesa parrocchiale. Tornerà utile nei mesi che seguiranno la disfatta di Caporetto quando le truppe di occupazione si lanceranno alla ricerca di tutto quanto può servire per lo sforzo bellico.
E’ l’unico anno, il 1917, che vede interrotta l’attività musicale della Filarmonica di Povoletto.
I Grandi Concorsi
Finita la guerra ci si dedica alla riorganizzazione e al potenziamento musicale del complesso. Sono gli anni dei grandi concorsi che ciascun paese cerca di organizzare e nei quali, accanto ai brani a scelta, si eseguono brani d’obbligo e brani a prima vista.
Nel 1932, a Cividale del Friuli, la Società Filarmonica vince il primo premio sia per l’esecuzione a prima vista che con la Pantomima dell’opera “Il Cid”.
Purtroppo il maestro che dirige non risulta diplomato e il regolamento priva la banda della vittoria assegnandole il secondo posto che lascia molto amaro in bocca ma indica chiaramente la grande preparazione dei maestri che si sono succeduti nella direzione: Don Luigi Mander, Fabio Degano, Etelredo Degano, Adriano Brandolini, Angelino Sebastianutto, Cesare Liberale, Sergio Sebastianutto, Ezio Sebastianutto, Franco Brusini.
La Riorganizzazione
Con il maestro Ezio Sebastianutto, che dirigerà la Società Filarmonica per oltre quarant’anni, ci si vede costretti a darsi una completa autonomia finanziaria venendo a mancare quasi del tutto gli sponsor tradizionali: unico a rimanere simbolicamente vicino con un ormai piccolo contributo annuale è l’Ente Beni Marsure.
Nel 1962 cambia l’aspetto societario: la Banda viene gestita da un Consiglio interamente eletto fra i membri suonatori e che esprime la figura del nuovo presidente nella persona di Ginelli Specogna.
Un aiuto finanziario, insperato anni prima, viene dal Ministero della Pubblica Istruzione che dà il via a dei corsi speciali di orientamento musicale dove ci sono i presupposti per un programma a medio e lungo termine.
Ezio Sebastianutto conferma l’intenzione di lasciare la direzione e gli succede il maestro Franco Brusini, è l’anno 1987.
Grazie all’aiuto di una attenta Amministrazione Comunale vengono potenziati i corsi di Orientamento Musicale che si aprono a strumenti che non rientrano nella tradizione bandistica come il pianoforte, violino, la fisarmonica, la chitarra ,il canto lirico, inoltre teoria e solfeggio, armonia, storia della musica che seguono programmi di conservatorio.
Il repertorio viene mutato e si eseguono, per la maggior parte, brani di musiche originali per banda: Spartacus, Olimpyca, Rikudim, Diogenes, Ouverture to a new age, Pop for the people, Oregon.
La Società Filarmonica organizza a Povoletto un Seminario di studio per maestri di banda e si avvale dell’intervento del maestro Jo Conjaerts, delle note del compositore locale Renato Miani che appositamente per la Banda di Povoletto scrive Concerto per tromba e Cantata profana, Elegia e della collaborazione di solisti di fama come Fabiano Cudiz, Angela Cavallo e Simone Candotto.
Nel 1997, dopo aver partecipato a concorsi nazionali ed averne vinti diversi nel settore giovanile e quello per Bande Musicali di Bertiolo , la Società Filarmonica ha pensato di indire un concorso per giovani strumentisti che sta riscuotendo un notevole apprezzamento di pubblico e di critica.
E’ dei primi mesi del 1999 l’edizione di un CD contenente brani della stagione ‘98 che viene presentato al pubblico dal critico musicale Giuliano Almerigogna.
Il Nuovo Millennio
Nel Gennaio 2000 la Societa’ Filarmonica di Povoletto cambia struttura e diventa Associazione Culturale Musicale Euritmia per poter meglio rispondere alle nuove esigenze.
Durante il concerto di Santa Cecilia del 19 novembre 2016, dopo dieci anni di direzione della banda giovanile e circa un anno in cui ha affiancato il maestro Franco Brusini nel dirigere alcuni progetti della formazione maggiore, viene nominato direttore dell’orchestra di fiati David Gregoroni.
Emozionante la consegna della bacchetta da parte del maestro Brusini (direttore della banda per 29 anni e protagonista di una splendida crescita di questa realtà) al suo allievo Gregoroni alla presenza di una figura fondamentale per la loro formazione musicale, il maestro olandese e cittadino onorario di Povoletto Jo Conjaerts.
Note storiche a cura del M° Merluzzi Luigino